HLA: una salvezza per tutti noi

Tutti noi siamo biologicamente simili, ma ogni persona ha piccole differenze nella struttura di alcune molecole presenti sulla membrana delle cellule, ciò ci rende quindi diversi l’uno dall’altro. Queste molecole sono chiamate “antigeni d’istocompabilità”, nell’uomo sono conosciuti con la sigla “HLA” e la loro funzione è di consentire il riconoscimento di ciò che è nostro da ciò che non lo è da parte delle cellule del sistema immunitario e di attaccare le cellule e gli organi che non ci appartengono.

Negli anni sessanta e settanta è stato scoperto che l’HLA è importante nel riconoscimento di sostanze estranee che vengono in contatto con il nostro corpo, esso avverte il sistema immunitario che andrà poi a distruggere quelle sostanze. Il sistema HLA è fondamentale nei trapianti d’organi, infatti, se il donatore non ha molecole HLA uguali al ricevente, l’organo trapiantato sarà distrutto dal sistema immunitario, creando quindi un rigetto. Avere una compatibilità delle molecole HLA è importante per i trapianti di reni, del cuore, del midollo osseo, dei polmoni e del fegato, ma non per la cornea.  Se in un trapianto il donatore è il paziente stesso, allora non ci sarà nessun rischio di avere un rigetto. Questo antigene è essenziale anche nelle malattie genetiche autoimmuni, che si verificano quando esso non riconosce i nostri tessuti, perciò il nostro sistema immunitario li identifica come una minaccia da distruggere. Esistono tre tipi di molecole HLA: quelle di classe I che si trovano nelle cellule con nucleo, quelle di classe II che si trovano nelle cellule del sistema immunitario e quelle di classe III,  molecole che svolgono varie funzioni o che sono prodotte dalle cellule. Il sistema HLA ha tre caratteristiche fondamentali: la prima  è che esso è poligenico, cioè ci sono numerosi geni che trascrivono in codice le proteine di classe I e classe II, la seconda  è che esso è polimorfico, ossia esistono numerosi alleli per ogni gene. Ciò è un vantaggio per noi perché ci permette di riconoscere numerosi patogeni e quindi difficilmente ne comparirà uno da cui non siamo in grado di difenderci, ma, allo stesso tempo, rappresenta anche uno svantaggio, perché la grande variabilità che deriva dal polimorfismo è responsabile della difficoltà di trovare organi compatibili nei trapianti. L’ultima proprietà è che esso è codominante, ossia  ogni individuo possiede un patrimonio di molecole HLA che sono derivate metà dal padre e metà dalla madre, l’insieme di tutte queste molecole è definito aplotipo. Le proteine trascritte in codice da ogni gene parentale sono espresse sulla superficie delle cellule. 

La possibilità di esplorare regioni genetiche fino ad ora non coinvolte nella “compatibilità” è un elemento nuovo e stimolante per il futuro.

 

Ginevra Mancani III C