PRINCIPI DELLA RETORICA

La retorica è l’arte del saper scrivere e parlare ; quest’ ultima è nata nell’antica Grecia con i sofisti con finalità prevalentemente pragmatiche, come tecnica del discorso teso a persuadere.

Successivamente, nell’età classica, medievale e rinascimentale divenne sia orale sia scritto con scopo anche estetico secondo un sistema iniziato da Aristotele continuata poi nell’età classica da autori come Cicerone, Quintiliano.

Nel medioevo la retorica assieme alla grammatica e alla dialettica faceva parte delle tre arti liberali, distinte dall’aritmetica, dalla geometria, dalla musica e dall’astronomia.

Con la fine dell’ età moderna la retorica ha acquistato un importante ruolo nella linguistica e nella critica letteraria contemporanea, come teoria dell’argomentazione e come analisi delle realizzazioni lessicali, grammaticali e stilistiche di testi scritti e orali e delle loro funzioni espressive.

LA RETORICA SECONDO CICERONE

Le fasi della costruzione di un discorso secondo la retorica antica sono cinque: inventio, dispositio, elocutio, memoria e actio. L’ invetio consiste nel cercare di trovare delle idee, degli argomenti utili al fine del tuo discorso.

La dispositio tratta l’ ordine con cui esporre gli argomenti pensati nell’inventio. L’elocutio riguarda la formazione linguistica delle idee trovate nell’invetio e ordinate nella dispositio.

Il passo successivo in un discorso è memorizzare il tutto e infine nel modulare i toni e nell’individuare i gesti da fare al momento della performance, è importante avere un determinato tono durante l’ esposizione del discorso perché rende il tutto più credibile.

Le finalità di un discorso secondo Cicerone sono: probare , delectare e flectere ovvero argomentare, intrattenere e persuadere. Argomentare è funzionale alla necessità logica, intrattenere all’amabilità, persuadere al trionfo; deve quindi essere chiaro nella fase probatoria, non eccessivo nell’intrattenere e appassionato nel persuadere, in questo punto risiede l’ intera forza dell’ oratore.

I compiti dell’ oratore sono difatti quelli di aver un discorso il più argomentato e chiaro possibile , poi deve saper intrattenere senza annoiare chi lo ascolta e alla fine saper persuadere , punto in cui risiede l’ intera forza di un’oratore.

 

Abbiamo provato a riflettere sui fondamenti della retorica e della stilistica analizzando alcuni esempi pratici: il discorso di Adolf Hitler ai membri del partito nazional socialista; il discorso di Vittorio Sgarbi sull’Istat; il Maxiprocesso di Palermo in un discorso di Mauro Berruto; il celebre discorso di Steve Jobs a Stanford; il discorso di Martin Luther King nel “I have a dream”.

Roberto Bacchiani III C