Nuovi attentati nelle Filippine

“Attentato contro una moschea nel sud delle Filippine, due morti”- RaiNews.

“Terrore nelle Filippine: bombe alla messa in cattedrale, è strage. Decine di morti e feriti”- VelvetNews.

“I cristiani delle Filippine non porgono l’altra guancia: granata contro una moschea”- Secolo d’Italia.

La guerra civile nelle Filippine è una rivolta etnica con l'aspirazione a staccarsi dall'organismo statale per ottenere l'autonomia. Le Filippine, insieme a Russia e Timor Est, sono uno dei tre Paesi dell'Asia a maggioranza cristiana, circa il 90%, e del restante 10%, il 5% è di religione musulmana. Il conflitto iniziò nel 1969 a causa di dissidi tra il governo filippino e gruppi di ribelli islamici. La rivolta iniziò con il Massacro di Jabidah, ossia l'uccisione di 60 persone di etnia Moro da parte delle forze armate filippine e, nonostante l'evento non sia mai stato reso ufficiale, allora nacque il Fronte di Liberazione Nazionale Moro (MNLF). Da allora le forze ribelli hanno periodici scontri con il governo ufficiale con sede a Manila. Dal 1969 ad oggi, le cifre delle vittime variano drasticamente, si parla di circa 6000 morti. Poco prima dell'alba di domenica 27 gennaio 2019, due persone sono morte a causa di una granata in una moschea delle Filippine meridionali. L'attentato arriva dopo una strage, rivendicata dal sedicente Stato Islamico, avvenuta durante una messa nella cattedrale di Jolo. Un uomo di fede islamica, in seguito ad un raid delle forze dell'ordine filippine, è morto. Si pensa che sia una delle persone coinvolte nell'attentato alla cattedrale di Jolo; altre due sono sfuggite alla cattura.

 

Gianmarco Rombaldoni, III C LSA