A Mali estremi, estremi rimedi

Dicembre 2018 - 47 civili sono rimasti uccisi in un attacco armato avvenuto nella zona di Melaka, Mali. Si tratta di un vero e proprio massacro di Tuareg, un popolo berbero stanziato tra il sud della Libia, il Niger e il nord del Mali, in una regione chiamata Azawad. Questo è soltanto l’ultimo di una lunga serie di attacchi e uno dei più sanguinosi.

La guerra è iniziata nel Marzo del 2012 in seguito ad un colpo di stato da parte del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad (MNLA).  Si tratta comunque di un’azione avvenuta in seguito a decenni di ribellioni da parte del popolo Tuareg, contro il governo malese. I Tuareg affermavano che il loro popolo fosse estremamente emarginato ed impoverito a causa dei progetti minerari che avevano portato gravi danni alle zone pastorizie in cui risiedevano. Le prime ribellioni infatti sono iniziate nel 1990 anche se non hanno prodotto alcun risultato e soltanto nel febbraio 2006 il ministro degli esteri del Mali contattò i ribelli Tuareg per cercare di trovare un accordo che però venne rifiutato.

Nel corso del 2012 ci sono state diverse settimane di protesta a causa della cattiva gestione del governo e della ribellione in corso nel nord del Paese e il 22 marzo avvenne il colpo di stato.  A Bamako viene saccheggiato il palazzo reale, vengono rubati televisori ed altri beni e viene rovesciato il governo di Toure. Questo crollo del potere statale permise al movimento Tuareg laico e separatista, il Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad, di conquistare il controllo delle principali città e di dichiarare unilateralmente l’indipendenza dell’Azawad, non riconosciuto da nessun’altra Nazione.

Questo periodo di indipendenza durò però molto poco, soltanto due mesi. Infatti le milizie jihadiste della regione approfittano della debolezza delle istituzioni maliane per prendere il sopravvento. Poi nel gennaio 2013, su richiesta delle nuove istituzioni di Bamako, iniziano le operazioni delle forze internazionali. La più importante è quella francese, con l’allora presidente Hollande che autorizza l’avvio della cosiddetta “missione Serval“. Parigi usa anche l’aviazione, bombardando numerosi siti considerati basi o campi di addestramento dei miliziani jihadisti.

Il nascente califfato nel nord del Mali viene stroncato sul nascere e Bamako riprende lentamente il controllo. Nonostante ciò la guerra in Mali è in corso tuttora a causa della presenza nel nord del Paese di gruppi estremisti e militanti. Infatti anche se sono stai proposti e firmati diversi trattati di pace non sono mai cessati attacchi ed insurrezioni.

 

Veronica Sacchi, III C LSA