71 anni e ancora senza pace

Sembra quasi assurdo che una terra così piccola come la Palestina possa avere dei problemi così grandi come il conflitto arabo-israeliano, conosciuto anche come “Questione palestinese”.

Tale conflitto abbraccia circa un secolo di tensioni politiche e di ostilità, nate a causa di rivendicazioni territoriali tra il popolo palestinese e quello ebraico che non aveva ancora una sede; infatti la Palestina era appartenuta all‘Impero Ottomano e, caduto l’impero, entrò a far parte dei possedimenti della Gran Bretagna, diventando una colonia del Regno Unito. Nel 1917, nacquero i primi scontri tra arabi ed ebrei poiché con la "Dichiarazione di Balfour" (ministro inglese) venne legittimata l’immigrazione ebraica. In pratica si appoggiava il movimento sionista (un movimento politico internazionale nato alla fine del 1800, il cui fine era il ritorno in Palestina degli ebrei e l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo israeliti) e la sua politica di acquisto dei territori in Palestina per mandarvi a mano a mano sempre più coloni ebrei. Presto però questa compravendita ed immigrazioni vennero visti dalla gente palestinese del posto come un furto, cosa che scatenò un grosso malcontento, poiché la classe dirigente palestinese faceva affari vendendo terreni ai Sionisti. Gli ebrei volevano ricreare un loro Stato in Palestina e gli arabi reagirono, e non nel migliore dei modi, vedendo minacciati i loro diritti e il loro territorio.

Per porre freno alla tensione che caratterizzava la questione Palestinese l'ONU sancisce, nel 1947, la spartizione della Palestina in due stati separati, uno arabo ed uno israeliano. I palestinesi si ribellano a questa decisione poco equa, cominciano quindi conflitti a fuoco che sconvolgeranno la Palestina per gli anni successivi. Nel 1948 nasce lo stato di Israele. Questa data segna l'inizio di una vera e propria guerra tra i due popoli, ma grazie al nuovo intervento dell'ONU gli scontri terminano nel 1949 anche se nel 1956 si riaccendono le ostilità. Gli stati coinvolti questa volta sono Israele ed Egitto; si succedono poi altri conflitti devastanti come la guerra dei 6 giorni e la guerra del Kippur, dove sono sempre gli Israeliani a vincere, arrivando con le truppe quasi al Cairo. Anche questa volta, solamente l'intervento dell'ONU sancisce una pace temporanea.

Nel 1964 nasce l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che viene riconosciuto come "ente" rappresentante del popolo palestinese, nel tentativo di ristabilire l'equilibrio politico tra i due paesi. Tuttavia ciò non fa altro che complicare la questione palestinese. Nel 1988 l'OLP riconosce lo stato d'Israele, ma proclama lo stato indipendente di Palestina. Israele in risposta schiera i carri armati: i Palestinesi rispondono con attacchi terroristici. La tensione raggiunge livelli mai visti negli anni precedenti. Per porre fine agli spargimenti di sangue, nel 1993 l'ONU, attraverso la "risoluzione 242", obbliga Israele a restituire e a ritirarsi da tutti i territori palestinesi occupati. Nonostante ciò Israele non si ritira. Sempre nel 1993, attraverso gli accordi di Oslo, viene stabilita una data per la "risoluzione 242": tutti i territori occupati dovranno essere restituiti entro 5 anni. Tuttavia, ad oggi, a quasi 25 anni dalla sua emanazione, la risoluzione 242 non è ancora stata rispettata e i territori indicati nella risoluzione ONU sono ancora occupati da Israele.

 

Alfredo Enrico Iacobucci, III C LSA